L’EBRI di Rita Levi-Montalcini rischia di chiudere: appello a Mattarella

Comunicato stampa

Roma, 12 novembre 2018 – Il contributo straordinario per l’EBRI, l’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello fondato da Rita Levi Montalcini non è stato inserito nella proposta del Governo della legge di Stabilità. Ciò porta al rischio di chiusura per l’Istituto. Un SOS è stato lanciato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’EBRI, nel cui Comitato Scientifico hanno figurato negli ultimi anni ben cinque Premi Nobel, svolge ricerche sui meccanismi delle principali patologie del cervello (Alzheimer, Parkinson, dolore cronico, malattie genetiche rare, disturbi dello spettro autistico, patologie oculari degenerative), sviluppando brevetti e candidati farmaci. EBRI rappresenta una assoluta eccellenza nelle ricerche sulla malattia di Alzheimer, per la quale oggi non c’è una cura. Il Nerve Growth Factor (NGF), la scoperta che ha dato il Nobel alla Montalcini e sul quale EBRI è leader mondiale, rappresenta una nuova speranza terapeutica per il trattamento della malattia di Alzheimer. EBRI ha sviluppato una variante del NGF, la cosiddetta forma “painless NGF”, che ha enormi potenzialità per il trattamento della malattia di Alzheimer e di numerose altre patologie. Ricercatori dell’EBRI hanno poi sviluppato anticorpi terapeutici contro le due proteine killer dell’Alzheimer, la proteina Tau ed i cosiddetti oligomeri di Ab.

 

Attraverso i brevetti e con i finanziamenti competitivi ottenuti dalle istituzioni internazionali e dalla Commissione Europea l’EBRI si autofinanzia, coprendo metà del fabbisogno. Attualmente la rete delle collaborazioni scientifiche con i centri di ricerca internazionali comprende: Londra, Cambridge, Edimburgo (UK), Dresda e Jena (Germania), Aarhus (Danimarca), Salamanca e Madrid (Spagna), Bordeaux (Francia), Karolinska Institute (Stoccolma), Vienna (Austria), Hebrew University (Israele), Mc Gill University (Canada), New York University (USA).

 

La mancata riconferma del contributo straordinario per l’EBRI, ricevuto negli ultimi dieci anni, porterebbe alla impossibilità di mantenere la struttura con cui portare avanti i progetti in corso, con conseguenze quali la restituzione dei finanziamenti ricevuti dall’estero, licenziamento dei ricercatori, interruzione di dottorati di ricerca e tesi di laurea, e mancati rinnovi di borse di studio per i giovani ricercatori. L’EBRI, di fatto, sarebbe costretto a chiudere. “Rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché intervenga con la Sua autorevolezza affinché il Parlamento discuta ed approvi un emendamento alla legge di bilancio che mantenga in vita l’EBRI (European Brain Research Institute), fondato da Rita Levi-Montalcini”, comunicano allarmati Antonino Cattaneo e Giuseppe Nisticò, rispettivamente Presidente e Direttore Generale della Fondazione EBRI.

 

“Nel corso di questi anni l’EBRI ha raggiunto importanti traguardi scientifici, diventando un fiore all’occhiello delle ricerche sul cervello, a livello nazionale ed internazionale. Nuovi approcci terapeutici per la malattia di Alzheimer e per altre gravi patologie neurologiche sono nati dalle ricerche dell’EBRI. Sulla base dei risultati raggiunti e di una progettualità innovativa, l’EBRI ha conquistato prestigiosi finanziamenti internazionali competitivi, dall’Alzheimer Association USA ed inglese, alla Comunità Europea. Paradossalmente, nonostante questi successi, i giovani ricercatori dell’EBRI non possono partecipare ai bandi per accedere ai fondi di ricerca del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca o del Ministero della Salute. I nostri ricercatori sono “invisibili“ per il sistema della ricerca nazionale. Conoscendo la sensibilità del Presidente per il problema della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, rivolgiamo questo appello, affinché la sopravvivenza stessa dell’EBRI non sia messa a repentaglio”.

 

 Secondo il Prof. Antonino Cattaneo, Presidente dell’EBRI, “le ricerche di eccellenza portate avanti dai nostri ricercatori hanno un fortissimo impatto traslazionale. Sono convinto che, nel medio termine, EBRI si renderà autosufficiente, attraverso lo sfruttamento di una ricca pipeline di brevetti generati dalle ricerche svolte dai suoi giovani ricercatori, contribuendo alla conoscenza ed alla soluzione di gravissime patologie che affliggono la nostra società. Ma questo ciclo virtuoso di traslazione dei risultati della propria ricerca di base, già ben avviato dall’EBRI, deve essere sostenuto, senza interrompere la continuità del contributo pubblico. Giovani ricercatori e studenti di dottorato formati all’EBRI occupano oggi posizioni in prestigiosi istituti di ricerca nazionali ed europei, a riprova della qualità della formazione ricevuta”.

 

Il Prof. Giuseppe Nisticò, Direttore Generale dell’EBRI, sottolinea che “nonostante questi successi, oggi l’EBRI vive una fase delicata in quanto dovrebbe essere assicurata dal governo la continuità dei finanziamenti necessari per condurre le ricerche già approvate dalla Commissione Europea e da altri prestigiosi organismi internazionali. L’EBRI fa parte, infatti, della rete di centri di ricerca europei selezionati in modo competitivo per portare avanti l’ambizioso progetto bandiera Human Brain Project della Commissione Europea. Sarebbe insensato, per la nostra società, dopo lo straordinario impegno da noi profuso per trovare risorse private per la realizzazione dei laboratori di avanguardia dell’Istituto Rita levi-Montalcini, disperdere questo capitale di conoscenza e sviluppo, nato dalla volontà e dalla visione del nostro premio Nobel, e valorizzato e sviluppato dai nostri giovani ricercatori che lo Stato considera invisibili.

 

Per questi motivi ci appelliamo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha già dimostrato concretamente di avere a cuore i problemi della ricerca e dei giovani ricercatori, perché sensibilizzi il Parlamento e le Istituzioni affinché venga garantita la continuità dei finanziamenti per mantenere in vita l’Istituto creato e voluto da Rita Levi-Montalcini, unico Premio Nobel in Medicina del nostro Paese negli ultimi 40 anni”.