Coronavirus: EBRI vince il bando per lo studio di anticorpi bloccanti l'infezione derivanti da siero di pazienti guariti

La Fondazione EBRI è risultata vincitrice del finanziamento “Linea 2 della misura Covid” con il progetto PANCOVID, relativo al bando “Misura a sostegno dello sviluppo di collaborazioni per l’identificazione di terapie e sistemi di diagnostica, protezione e analisi per contrastare l’emergenza Coronavirus e altre emergenze virali del futuro” finanziato da Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Fondazione Umberto Veronesi.

EBRI, insieme agli altri partner del consorzio (Genomnia, Scuola Normale Superiore, Azienda ospedaliera Pisana) ha proposto un progetto basato su tecnologie ed esperienze maturate dai nostri ricercatori nell’ambito delle neuroscienze, applicate ora all’isolamento di anticorpi dai pazienti COVID-19.  Il progetto è frutto del lavoro e dello studio dei ricercatori durante il lockdown.

PANCOVID è finalizzato all’identificazione di anticorpi che bloccano l’infezione del nuovo coronavirus, impedendone l’ingresso nella cellula, per terapia o profilassi. La selezione di questi anticorpi avverrà per mezzo della realizzazione di 40 librerie anticorpali, da pazienti guariti da COVID-19. L’azienda ospedaliera Pisana si occuperà di selezionare 20 pazienti donatori di siero, i cui anticorpi svolgono un’azione neutralizzante sul nuovo coronavirus, bloccandone l’infezione. EBRI e Scuola Normale, insieme e in “staffetta”, realizzeranno le librerie di anticorpi: tutti gli anticorpi di ogni paziente selezionato verranno “immortalizzati”, a partire dal loro RNA, e saranno disponibili per essere testati contro le proteine del virus. Nella fase successiva EBRI e Scuola Normale testeranno le librerie ottenute contro le proteine del nuovo coronavirus responsabili dell’invasione nella cellula e selezioneranno quelli che meglio le riconoscono. Genomnia si occuperà invece di “sequenziare” il DNA di tutti gli anticorpi. 

Avendo selezionato gli anticorpi più promettenti, e avendone anche a disposizione la sequenza di DNA, sarà possibile “ingegnerizzare” questi anticorpi, trasformandoli in formati più adatti ad essere somministrati ai pazienti per curare o prevenire il COVID-19.

 

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