Alzheimer: prodotto all’EBRI un nuovo anticorpo che scova la malattia e migliora la memoria

Il gruppo di ricerca coordinato dal Professore Pietro Calissano, a lungo collaboratore del Premio Nobel Rita Levi-Montalcini con la quale ha partecipato alla fondazione dell’EBRI, Giuseppina Amadoro, dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale del CNR e Valentina Latina della Cooperativa Operatori Sanitari Associati (OSA) con le quali lavora da anni nell’ambito di un progetto di studi sul Morbo di Alzheimer hanno prodotto un anticorpo monoclonale, denominato mAb12A12, per la diagnosi e la cura del Morbo di Alzheimer. L’anticorpo, testato in diversi modelli di topo ingegnerizzati per sviluppare i sintomi della malattia, risulta migliorare le funzioni cognitive, come è emerso da uno studio pubblicato sull’ International Journal of Molecular Sciences (https://www.mdpi.com/1422-0067/22/22/12158), in collaborazione con altre differenti istituzioni scientifiche del CNR, Del Santa Lucia, della Fondazione Bietti e del Policlinico Gemelli.

I ricercatori hanno focalizzato l’attenzione su Tau, una proteina importante nel funzionamento delle cellule nervose, il cui eccessivo e alterato accumulo nel cervello, concorre all’insorgenza e allo sviluppo dell’Alzheimer. Il team ha utilizzato l’anticorpo 12A12 mirato contro i frammenti alterati della proteina Tau, osservando un potente effetto benefico, senza alterare la restante porzione della proteina intera e funzionante, prospettando così il suo eventuale scopo terapeutico senza effetti collaterali.

Grazie ai promettenti risultati ottenuti, il prossimo passo sarà quello di umanizzare l’anticorpo per iniziare degli studi sull’uomo.